L’Affascinante Origine delle Credenze Nautiche
Quando si pensa al mare, le superstizioni compaiono inevitabilmente all’orizzonte come affascinanti relitti di un’epoca passata. Queste credenze, radicate nelle vecchie tradizioni marinare, fungono da eco delle paure e delle speranze dei marinai di un tempo.
Ma da dove derivano realmente?
Spesso nate dall’esigenza di spiegare l’inspiegabile, queste superstizioni affondano le loro radici nelle osservazioni quotidiane dei fenomeni naturali, con il vento e le stelle che guidavano le navi come antichi guardiani.
Alcune storie suggeriscono che l’origine possa essere trovata nei racconti epici di mostri marini o nei capricci del tempo, mentre altre si ancorano a tradizioni locali trasmesse da generazione a generazione. In questo mare di misteri e leggende, le superstizioni continuano a esercitare il loro fascino, mantenendo viva la magia dell’ignoto.
Cambiare il nome della barca
Nelle affascinanti e tumultuose acque del passato, le imbarcazioni di legno, dai robusti mercantili ai velieri, affrontavano sfide che mettevano a dura prova la loro integrità strutturale.
Con il passare del tempo, l’usura e la mancanza di una manutenzione adeguata le trasformavano nelle celeberrime “Carrette del Mare”, temute dai marinai e ignorate dai commercianti più prudenti.
In un disperato tentativo di celare il decadimento di queste navi, alcuni armatori senza scrupoli le mascheravano sotto nuove vesti, cambiandone il nome e rivestendole di fresca vernice, sperando così di sottrarle al destino di naufragare.
Questo inganno ha dato origine alla credenza tra i marinai che cambiare il nome di una nave sia portatore di sfortuna.
Il Colore Verde a bordo
Navigare non è solo una questione di venti e correnti, ma anche di credenze e superstizioni che affondano le radici nella storia dei marinai. Una di queste è la convinzione che portare o possedere qualcosa di verde a bordo possa attirare una tremenda sfortuna. Ma da dove nasce questa strana associazione tra il colore della natura e la malasorte in mare?
Una spiegazione risiede nel passato delle navi costruite in legno. Gli scafi erano spesso vittime di parassiti marini come le teredini e i denti di cane, che erodendo la robusta quercia, donavano un colorito verde marcescente. Questo fenomeno alimentò la credenza che il verde fosse un presagio di deterioramento e sventura, alimentando ancora oggi l’inquietudine tra i marinai superstiziosi.
Ma c’è di più. Un’altra sinistra connessione con il verde proviene da una macabra realtà: se un ufficiale moriva durante la navigazione e il capitano optava di riportare il corpo a casa, il lungo viaggio e la inevitabile decomposizione rendevano il cadavere di un colorito spettrale, un verde che ancora oggi fa rabbrividire al solo pensiero.
Le Banane a bordo
In un mondo dove le superstizioni in mare attraversano le epoche e le distanze, la banana emerge come protagonista inaspettata di miti e paure, soprattutto nel contesto anglofono. Ma perché questo frutto giallo così comune è diventato simbolo di inquietudine marittima? Non si tratta di allergie al colore acceso né di scivoloni comici. La risposta potrebbe risiedere nel loro precoce processo di maturazione.
Immaginate una stiva di un’antica nave mercantile, in cui il caldo e l’umidità incoraggiano la frutta a maturare rapidamente. Le banane, con la loro propensione a diventare mature, obbligavano i capitani a optare per rotte rapide, talvolta sacrificando la sicurezza per evitare un carico marcio. Curiosamente, molte delle imbarcazioni scomparse nel 1700 trasportavano proprio delle banane tra le loro merci, un alito di mistero che ancora affascina.
Eppure, ci sono ben tre teorie intriganti che spiegano l’antipatia dei marinai verso le banane. La prima teoria sostiene che, fermentando, le banane rilascino fumi pericolosi per l’equipaggio. La seconda riguarda misteriosi passeggeri indesiderati: il ragno delle banane. Questo aracnide, il Phoneutria Nigriventer, è noto per la sua aggressività e un veleno letale nel 3% dei casi. Infine, la terza teoria ipotizza che la presenza di banane a bordo sia di cattivo auspicio semplicemente per la loro associazione con navi mai più ritrovate.
Queste leggende continuano a generare curiosità e stupore, aumentando il fascino di queste storie nei mari del web. Esplorare tale folclore potrebbe non solo nutrire la nostra sete di mistero, ma anche usare questo enigma per attirare visitatori e coinvolgere nuovi lettori. Dopotutto, chi avrebbe mai pensato che le semplici banane potessero celare enigmi così intriganti?
Fischiare in navigazione
È una credenza diffusa che fischiare possa scatenare tempeste, risvegliare Eolo e portare maltempo in generale, motivo per cui in barca fischiare è visto come un tabù tra gli equipaggi più superstiziosi. L’unica eccezione a questa regola è il cuoco, che non solo è autorizzato ma addirittura incentivato a fischiare melodie di vario genere. Questa curiosa eccezione è dovuta al fatto che, tenendo impegnate le labbra con i fischi, il cuoco non può mangiare più degli altri!
Il varo di una nave e la bottiglia che non si rompe
Nel tempo, lo champagne ha sostituito il vino rosso, conferendo alla cerimonia un tocco di eleganza e prestigio. La rottura della bottiglia è un segno di buon auspicio, mentre il fallimento può essere percepito come un presagio negativo e può essere inserito tranquillamente tra le superstizioni in mare.
Si dice che sia al varo del Titanic che, in tempi moderni al varo della Costa “Concordia” la bottiglia non si sia rotta…
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