Acque Internazionali, Acque Territoriali: scopriamo la Sovranità sulle Acque, cosa significa davvero e quali sono i confini del mare
Introduzione
Quando guardiamo il mare pensiamo a uno spazio infinito e libero. In realtà, ogni tratto d’acqua è regolato da confini invisibili che stabiliscono fino a dove uno Stato può esercitare la propria sovranità. Acque Internazionali, Acque territorial, questi limiti non sono solo teorici: hanno effetti concreti sulla navigazione, sulla pesca, sullo sfruttamento delle risorse e persino sulla protezione militare delle navi.
Le fasce marittime principali secondo la Convenzione di Montego Bay (UNCLOS)
Acque territoriali (0–12 miglia)
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Sono considerate a tutti gli effetti parte del territorio nazionale.
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Lo Stato esercita piena sovranità, come sulla terraferma.
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Navi straniere possono transitare solo in “passaggio inoffensivo”, cioè senza fermarsi o compiere attività ostili.
Zona contigua (12–24 miglia)
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Non è territorio dello Stato, ma esso mantiene alcuni poteri di controllo (dogana, immigrazione, sicurezza).
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La navigazione resta libera per tutti.
Zona Economica Esclusiva – ZEE (12–200 miglia)
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Qui lo Stato non possiede le acque, ma ha diritti esclusivi sulle risorse: pesca, petrolio, gas, energia.
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Navi e aerei stranieri possono passare liberamente, ma non sfruttare le risorse senza accordo.
Alto mare (oltre 200 miglia)
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È il mare veramente internazionale: nessuno Stato ha sovranità.
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Valgono le libertà di navigazione, sorvolo, posa di cavi e pesca, con regole condivise dall’ONU.
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In caso di pirateria o traffici illeciti, tutti gli Stati possono intervenire.
Sovranità e protezione delle navi in acque territoriali ed in acque internazionali
Un concetto chiave è quello della bandiera: ogni nave è considerata territorio dello Stato che batte bandiera.
Questo significa che:
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Lo Stato può proteggere le sue navi ovunque, anche in alto mare.
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Non può però intervenire nelle acque territoriali di altri Paesi senza permesso: sarebbe una violazione della sovranità.
- Unica eccezione il Blocco Navale: Un blocco navale, se dichiarato e notificato secondo le regole del diritto internazionale, può essere applicato anche in acque internazionali, purché rispetti i limiti di proporzionalità e non leda la libertà di navigazione di navi neutrali o civili.
Conclusione
La sovranità delle acque è un concetto fondamentale per capire chi comanda davvero sul mare. Non si tratta solo di diritto internazionale, ma di sicurezza, risorse e libertà di navigazione. Il mare non è un territorio senza regole: è diviso in spazi con diritti e doveri precisi, che gli Stati devono rispettare per convivere pacificamente.
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