Il Coasteering: Un tuffo nella natura più selvaggia
Hai mai sognato di esplorare le coste più impervie, saltare dalle scogliere, nuotare in acque cristalline e arrampicarti su rocce scolpite dal mare? Se la risposta è sì, allora il coasteering potrebbe essere l’attività perfetta per te. Questa disciplina outdoor, nata nel Regno Unito e sempre più diffusa anche in Italia, unisce nuoto, escursionismo, arrampicata e tuffi, offrendo un’esperienza immersiva a stretto contatto con il mare.
Cos’è il Coasteering?

Il termine coasteering nasce dalla fusione di “coast” (costa) e “mountaineering” (alpinismo). È un’attività che prevede l’esplorazione del tratto di costa compreso tra la terraferma e il mare, senza l’uso di imbarcazioni. Lungo il percorso si alternano:
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Nuoto in mare aperto
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Camminate su rocce e scogliere
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Tuffi in acqua da varie altezze
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Arrampicate (scrambling) in sicurezza
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Attraversamenti di grotte marine, archi naturali e calette isolate
Dove si pratica il Coasteering?

Il coasteering richiede zone costiere frastagliate, con scogliere, promontori e tratti di mare protetti dal traffico nautico. In Italia le località più adatte includono:
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Cinque Terre e Golfo dei Poeti (Liguria)
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Costa della Gallura e Baunei (Sardegna)
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Costiera Amalfitana e Cilento (Campania)
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Tremiti e Gargano (Puglia)
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Isola d’Elba e Arcipelago Toscano (Toscana)
Anche le scogliere laviche della Sicilia, come ad Aci Trezza o nella Riserva dello Zingaro, offrono scenari mozzafiato.
Attrezzatura Necessaria

Per praticare coasteering in sicurezza è necessario un equipaggiamento specifico:
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Muta in neoprene: per proteggere dal freddo e dagli urti
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Casco protettivo: obbligatorio per proteggere la testa da rocce e urti accidentali
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Scarpe da scoglio con suola rigida: essenziali per grip e stabilità
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Giubbotto salvagente (o galleggiante): per sostenere il nuoto e facilitare i recuperi
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Guanti da arrampicata (facoltativi): utili per migliorare la presa
È sempre sconsigliato improvvisare, specialmente in aree poco conosciute. L’attività va praticata in gruppo e con guide esperte, soprattutto per i principianti.
Coasteering: adrenalina sì, ma in sicurezza

Il coasteering è un’attività ad alto tasso di adrenalina, ma va affrontata con consapevolezza e rispetto per il mare. Tra i principali rischi, infatti, ci sono:
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Onde improvvise e correnti forti
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Superfici scivolose
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Maree e variazioni del livello dell’acqua
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Tuffi in zone non esplorate o poco profonde
Per questo è fondamentale:
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Verificare le condizioni meteo-marine
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Affidarsi a guide certificate
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Evitare l’attività in caso di maltempo o mare mosso
Chi può praticarlo?
Il coasteering è adatto a tutti, purché in buona forma fisica e a proprio agio in acqua. Non è richiesta una preparazione atletica da professionisti, ma è importante:
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Saper nuotare discretamente
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Non soffrire di vertigini
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Avere una buona dose di spirito d’avventura
Molte guide propongono percorsi con diversi livelli di difficoltà, dai più semplici (adatti anche ai bambini dai 10 anni in su) ai più tecnici per gli esperti.
Coasteering ed Educazione Ambientale
Uno degli aspetti più belli del coasteering è che avvicina le persone alla natura in modo diretto. Si entra letteralmente dentro il paesaggio, si toccano le rocce, si osservano le creature marine nei loro ambienti, si riscopre il mare non come luogo da attraversare, ma come spazio da vivere.
Molti operatori inseriscono anche elementi di educazione ambientale durante l’esperienza: riconoscimento di specie, storia geologica della costa, impatto dell’uomo sul litorale.
Perché il Coasteering sta conquistando l’Italia?
Negli ultimi anni il coasteering si sta diffondendo anche lungo le coste italiane grazie a:
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Crescente desiderio di attività outdoor esperienziali
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Turismo attivo e sostenibile
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Promozione da parte di guide ambientali e associazioni sportive
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Esperienze emozionanti ma accessibili, anche in giornata
Un’Esperienza Che Ti Resta Addosso
Fare coasteering significa uscire dalla propria comfort zone, confrontarsi con i propri limiti e vivere il mare in modo autentico e potente. Non è solo sport, ma un modo di sentire il mare, di entrare in simbiosi con gli elementi.
Curiosità: Chi ha inventato il coasteering?
Il termine è stato coniato negli anni ’80 in Galles, ma l’attività vera e propria è esplosa negli anni ’90 grazie alle scuole di avventura britanniche. Lungo le coste del Pembrokeshire si sono sviluppati i primi itinerari turistici strutturati. Da lì, la pratica si è diffusa in Cornovaglia, Scozia, Irlanda e infine nel Mediterraneo.
Conclusione: Il mare da una nuova prospettiva
Se ami il mare, l’avventura e vuoi vivere un’esperienza fuori dal comune, il coasteering è qualcosa che devi provare almeno una volta. Che tu sia un neofita o un amante del brivido, troverai in questa attività un modo unico per scoprire le coste italiane da una prospettiva diversa, divertente e coinvolgente.
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