Oceani e Cambiamenti Climatici: scopriamo il legame tra loro
Introduzione
Il clima terrestre è il risultato di un equilibrio dinamico tra atmosfera, oceani, crosta terrestre e biosfera. È regolato da una complessa interazione di cicli naturali – del carbonio, dell’acqua, del calore – che si sono evoluti in miliardi di anni. In questo delicato sistema, gli oceani giocano un ruolo centrale: assorbono calore, immagazzinano CO₂, alimentano le correnti atmosferiche e influenzano ogni forma di vita sul pianeta. Comprendere il legame tra Oceani e cambiamenti climatici è oggi più urgente che mai. Il cambiamento climatico che stiamo vivendo non è solo una questione di temperature che salgono: è un’interruzione degli equilibri profondi che regolano il nostro pianeta. E tra tutti gli attori coinvolti, il mare è al tempo stesso vittima e protagonista.
1. La nascita del clima terrestre
Le origini della Terra e la formazione degli oceani
La Terra si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa da una nube di polveri e gas che orbitava intorno al Sole. Inizialmente, il nostro pianeta era una massa incandescente, priva di atmosfera e con una superficie costantemente colpita da asteroidi e comete.
Le prime acque terrestri giunsero proprio da questi impatti cosmici: le comete, composte anche da ghiaccio, hanno probabilmente rilasciato parte dell’acqua che oggi forma i nostri oceani. Un altro contributo importante fu il degassamento del mantello terrestre, che liberò vapore acqueo e altri gas.
Quando la temperatura scese sotto i 100 °C, il vapore si condensò e le prime piogge caddero sul suolo. È in questa fase che si formarono i primi oceani liquidi, circa 3,8 miliardi di anni fa. Gli oceani svolsero sin da subito una funzione stabilizzante: assorbirono calore e gas, regolarono la temperatura media del pianeta e prepararono l’ambiente alla comparsa della vita. Il clima e gli oceani già da quel momento iniziarono ad essere legati.

2. Gli oceani come regolatori climatici
Il polmone termico del pianeta
Gli oceani non sono semplicemente contenitori d’acqua: sono immensi accumulatori di energia. Oltre il 90% del calore in eccesso generato dall’effetto serra è immagazzinato nei mari. Senza questo assorbimento, il riscaldamento globale sarebbe molto più rapido e devastante.
La circolazione oceanica – un sistema complesso di correnti calde e fredde noto come circolazione termoalina – trasporta calore dai tropici verso i poli. Questa circolazione ha un impatto diretto sul clima di molte regioni: l’Europa, ad esempio, gode di inverni più miti proprio grazie alla Corrente del Golfo.

Gli oceani regolano anche l’atmosfera
Quando il mare si riscalda, aumenta anche l’evaporazione. Il vapore acqueo è il principale gas serra naturale, e contribuisce alla formazione di nuvole e precipitazioni. Le zone dove l’oceano è più caldo (come l’area equatoriale del Pacifico) influenzano eventi climatici globali come El Niño e La Niña, che hanno effetti ciclici su siccità, inondazioni, cicloni tropicali e produttività agricola.
3. I grandi cambiamenti climatici del passato
Le ere glaciali e i periodi interglaciali
Il clima della Terra è sempre cambiato. Le glaciazioni del Pleistocene hanno visto l’espansione dei ghiacci fino alle latitudini europee. Questi periodi si alternavano a fasi più calde (interglaciali) in cui i ghiacci si ritiravano. Il tutto su scale temporali di decine di migliaia di anni, legate ai cicli orbitali descritti da Milankovitch.
Durante il PETM (Massimo Termico del Paleocene-Eocene, 56 milioni di anni fa), si verificò un rapido aumento della temperatura globale di circa 5-8 °C in poche migliaia di anni, probabilmente dovuto a massicce emissioni di metano dagli oceani. Questo evento causò gravi estinzioni e cambiamenti nella circolazione oceanica.

4. L’Antropocene e l’impronta umana
La rivoluzione industriale e l’inizio del cambiamento
Con l’avvento dell’industria, a partire dal XVIII secolo, l’uomo ha cominciato ad alterare significativamente i cicli naturali del pianeta. La combustione di carbone, petrolio e gas ha liberato enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Nel 1750, la concentrazione atmosferica di CO₂ era di circa 280 ppm (parti per milione). Oggi ha superato le 420 ppm.
Questi numeri rappresentano un cambiamento senza precedenti in termini di velocità. La Terra ha vissuto picchi di CO₂ anche in passato, ma mai con una variazione così rapida in appena due secoli. Questo ritmo di crescita impedisce agli ecosistemi di adattarsi naturalmente.

Altri impatti dell’uomo
Oltre alla CO₂, l’uomo ha immesso in atmosfera metano, protossido di azoto e altri gas serra. Ha abbattuto foreste tropicali (che assorbono CO₂), inquinato i mari, alterato il ciclo dell’azoto. Il risultato è un rafforzamento dell’effetto serra e un cambiamento globale di tutti gli equilibri termici e chimici del pianeta.
5. Il cambiamento climatico attuale
Il riscaldamento globale misurato
Secondo i dati IPCC e NASA, la temperatura media globale è aumentata di circa +1,1°C rispetto all’epoca preindustriale (1850-1900). Può sembrare poco, ma è sufficiente a causare gravi squilibri nei sistemi climatici:
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Scioglimento di ghiacci artici e antartici
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Aumento del livello del mare
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Eventi estremi (ondate di calore, alluvioni, incendi) più frequenti
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Migrazione di specie animali e vegetali
Oceani sempre più caldi
Gli oceani hanno assorbito oltre il 90% del calore in eccesso causato dai gas serra. Questo ha portato a un aumento delle temperature marine, che influisce su:
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Correnti oceaniche
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Cicli monsonici
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Migrazione e riproduzione di molte specie marine
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Frequenza e potenza degli uragani
Nel 2023, la temperatura superficiale media oceanica globale ha superato i 21 °C, il valore più alto mai registrato. Il clima e gli oceani continuano ad essere collegati.

6. Il mare sotto pressione
Acidificazione oceanica
Gli oceani assorbono circa il 30% della CO₂ atmosferica. Ma questa CO₂, una volta disciolta, si combina con l’acqua e forma acido carbonico, che abbassa il pH dell’acqua marina.
Dal 1750 a oggi, il pH medio degli oceani è sceso da 8,2 a circa 8,1. Può sembrare un cambiamento minimo, ma rappresenta un aumento dell’acidità del 30%.
Questa acidificazione ha conseguenze dirette su:
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Coralli (barriere coralline in sbiancamento)
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Molluschi (gusci più fragili)
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Zooplancton (base della catena alimentare marina)

L’innalzamento del livello del mare
Il mare si alza per due motivi principali:
- Dilatazione termica dell’acqua (si espande quando si riscalda)
- Scioglimento dei ghiacciai continentali (Groenlandia, Antartide, Alpi, Himalaya)
Dal 1900 a oggi, il livello medio globale del mare è aumentato di circa 20–25 cm. Le proiezioni IPCC prevedono un innalzamento di fino a 1 metro entro il 2100 in scenari di alte emissioni.
Le aree più a rischio:
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Grandi delta fluviali (Gange, Nilo, Mekong)
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Isole coralline del Pacifico e dell’oceano Indiano
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Zone costiere urbanizzate (Bangkok, Venezia, New York)
Le proiezioni dell’IPCC
Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) ha elaborato diversi scenari in base al comportamento futuro dell’umanità. Questi scenari vengono chiamati “Shared Socioeconomic Pathways” (SSP) e variano in base al livello di emissioni e politiche ambientali.
Ecco una sintesi delle proiezioni per il 2100:
| Scenario SSP | Aumento medio della temperatura | Innalzamento del livello del mare |
|---|---|---|
| SSP1-1.9 (molto ambizioso) | +1,4 °C | +0,3 m |
| SSP2-4.5 (intermedio) | +2,7 °C | +0,5–0,6 m |
| SSP5-8.5 (business as usual) | +4,4 °C | +0,8–1,1 m |
In uno scenario pessimistico, oltre all’innalzamento marino, si prevede:
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Scomparsa estiva del ghiaccio artico entro il 2050
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Collasso della barriera corallina globale
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Eventi meteo estremi ogni 2–3 anni
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Desertificazione avanzata in Africa e Asia
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Migrazione climatica forzata di centinaia di milioni di persone

8. Cosa possiamo fare
Mitigazione
La mitigazione consiste nel ridurre le cause del cambiamento climatico, ovvero le emissioni di gas serra. Alcune strategie chiave:
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Decarbonizzazione dell’energia (solare, eolico, idroelettrico)
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Mobilità elettrica e trasporti pubblici efficienti
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Agricoltura rigenerativa e meno impattante
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Carbon capture e riforestazione su larga scala
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Economia circolare e uso responsabile delle risorse

Adattamento
Poiché una parte del cambiamento climatico è già in atto, dobbiamo anche adattarci agli impatti. Alcune azioni:
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Costruzione di barriere anti-marea e rifugi sicuri
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Riforma urbanistica delle città costiere
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Tutela e ripristino delle zone umide
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Monitoraggio meteorologico e allerta precoce
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Educazione al rischio climatico
Il ruolo strategico degli oceani nella soluzione
Il mare può essere parte della soluzione. Tecnologie emergenti e naturali includono:
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Alghe marine per assorbire CO₂ (blue carbon)
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Riserve marine protette per rigenerare ecosistemi
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Riduzione dell’inquinamento marino e delle microplastiche
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Marine permaculture e acquacoltura sostenibile
9. Conclusione
Il mare ci ha salvato per milioni di anni. Ora tocca a noi.
Gli oceani hanno svolto per ere geologiche una funzione protettiva: hanno assorbito calore, tamponato l’acidità, ospitato la vita. Ma la pressione antropica li sta portando al limite. Stiamo prosciugando, in senso metaforico, il loro potere di regolazione.
Abbiamo ancora una finestra temporale per invertire la rotta. L’oceano, se rispettato e compreso, può tornare a essere alleato. La sfida climatica richiede coraggio, conoscenza e cooperazione globale. Perché ogni goccia conta, e ogni decisione costruisce il futuro.

Fonti Scientifiche e Bibliografia
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IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change. Sixth Assessment Report, 2021–2023
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NASA Climate Change: https://climate.nasa.gov/
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NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration: https://www.noaa.gov/
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Pachauri R.K. et al. (2014), Climate Change 2014: Synthesis Report, IPCC
-
Le Quéré C. et al. (2018), Global Carbon Budget, Earth System Science Data
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Hansen J. et al. (2005), Earth’s energy imbalance, Science
-
Lenton T.M. et al. (2019), Climate tipping points, Nature
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Hoegh-Guldberg O. et al. (2007), Coral reefs under rapid climate change, Science
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UNEP (2023), Emissions Gap Report
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WMO (2023), State of the Global Climate
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